le bolle della Malvizza
LA STORIA
Le bolle sono un fenomeno vulcanico, assimilabile vagamente ad una solfatara, con fuoruscita di gas e fango. Le emissioni mefitiche aumentano d’intensità e spettacolarità dopo le piogge. Il luogo è una “Mofeta” e nei pressi doveva trovarsi un santuario pagano dedicato alla dea Mefite, divinità degli inferi.
La Malvizza è una contrada di Montecalvo Irpino (AV), situata ai margini nord-orientali dell’Appennino campano. Frequentata dai cacciatori del paleolitico, abitata dal neolitico, è attraversata dal tratturo, detto la “Via della Lana”, che da Pescasseroli (AQ) consentiva, sino alla metà del 1900, ai pastori abruzzesi la transumanza con le greggi fino a Candela (FG). L’area fu conquistata prima dai sanniti e poi dai romani. Questi vi fecero passare la Via Appia-Traiana che da Roma portava sino a Brindisi.
LA LEGGENDA
Gli antichi narravano che qui vivesse un cattivo taverniere che uccideva i viaggiatori della Via Traianea, depredandoli dei loro beni. Gli Dei, adirati per le mostruosità di cui si era macchiato il taverniere, lo fecero sprofondare, unitamente alla sua servitù, in una voragine, dove oggi sorgono le Bolle della Malvizza. Ogni 15 agosto il taverniere farebbe udire i suoi lamenti.
Montecalvo Irpino località La Malvizza (AV) - ITALY