La 'ndocciata si svolge in Agnone, centro montano dell'Alto Molise in provincia di Isernia noto per la sua millenaria produzione di campane, è la tradizione natalizia legata al fuoco più imponente che si conosca al mondo.
LA STORIA
Fin dai tempi antichi i Sanniti usavano queste torce come fonte di luce durante gli spostamenti strategici che avvenivano di notte, la tradizione è stata tramandata ai contadini di epoche più recenti (subito dopo l'800) che le adoperavano per illuminare il cammino che dalle varie contrade li portava in paese la notte di Natale per raggiungere le numerose chiese ed assistere alla Natività.
L'EVENTO
La 'ndocciata di Agnone è stata riconosciuta come manifestazione Patrimonio d'Italia. E' uno dei più grandi spettacoli di fuoco che si possa ricordare almeno in Europa: consiste in una sfilata di strutture in legno, a forma di raggiera, detta a ventaglio, una sorta di torce, da due fino a venti fuochi, alte oltre tre metri, per un peso di circa 100 kg. Una volta accese vengono trasportate in spalla lungo le vie del borgo, da portatori-generalmente uno o due con la storica cappa, mantello secondo tradizione usato dai pastori. I portatori, in rappresentanza delle 5 contrade della città (Capammonde e Capabballe, Colle Sente, Guasto, Sant’Onofrio e San Quirico). Da principio la 'ndoccia (fonema dialettale che sta per "grande torcia") faceva parte certamente della ritualità pagana legata alla scadenza solstiziale del 21 dicembre. Il materiale usato per la costruzione delle ‘ndocce agnonesi è l'abete bianco e ginestre. Forse, però, la scelta dell'abete ha anche altre ragioni. Esso, infatti, è il più importante fito-simbolo della Natività. L'abete è l'albero di Natale, una pianta che esprime criptovalenze spirituali e materiali, generalmente considerato come albero cosmico, è una delle più evidenti forme dei culti arborei, espressioni religiose forti e persistenti nelle culture popolari. Una volta le ‘ndocce erano accese soprattutto nell'agro delle città e davanti gli usci delle case. A proposito del simbolismo legato alla tradizione del fuoco, i più anziani ricordano quando con la 'ndoccia coglievano l'occasione "pe fa la cumbarsa", fare la comparsa, cioè fare bella figura agli occhi delle ragazze. Il giovane innamorato soleva portare la 'ndoccia sotto la finestra della ragazza che aveva scelto come sposa e se quest' ultima si affacciava il matrimonio era possibile, altrimenti un secchio d'acqua spegneva la torcia e l'ardore dell'innamorato. In passato durante l'evento si osservava anche il vento dove si traevano auspici: se avesse soffiato dal nord, l'anno sarebbe stato buono, se a soffiare fosse stato quello del sud, al contrario, l'anno sarebbe stato cattivo. Le torce inoltre dovevano crepitare perchè tale crepitio scacciava le streghe. Secondo un'antica credenza, infatti, la strega prima di entrare in casa doveva contare tutti gli aghi dei rami d'abete e, più i rami erano numerosi, più lei impiegava tempo e finiva col non entrare. Oggi esse vengono destinate ad una spettacolare sfilata nel centro cittadino ed a un enorme falò finale. Sono decine e decine le ‘ndocce condotte in processione, che trasformano la strada in un rilucente fiume di fuoco che da vita al più grande rito del genere che si conosca oggi nel mondo.
fonte: pro loco di Agnone
Agnone (IS) ITALIA - dicembre 2011